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Elettromandrini: tre test di diagnosi iniziali

Tempo di lettura dell’articolo: 4 min

Sempre di più i clienti ci chiedono di eseguire riparazioni sugli elettromandrini. La nostra esperienza ci ha insegnato che, prima di eseguire la fase di smontaggio e di riparazione, è necessario effettuare tre test di diagnosi iniziali. 

L’elettromandrino è una macchina rotante, il cui compito è quello di mettere in rotazione un determinato utensile, così da generare il moto di lavoro. La revisione deve essere fatta in modo da garantire al sistema la minima deformazione possibile con la massima capacità di produrre truciolo. 

Vediamo insieme quali sono questi tre test e a cosa servono

montaggio elettromandrino
elettromandrino

1. Verifica della corsa del pistone 

In questa fase l’obiettivo è quello di valutare che il pistone scorra e rientri in modo corretto e che l’utensile si agganci e sganci all’elettromandrino liberamente.

2. Verifica del funzionamento dei sensori applicati

Con questa attività viene valutato il corretto funzionamento dei sensori che comunicano con la macchina tramite un’apposita strumentazione. Tra le varie tipologie di sensori esistenti la più comune è la proximity, mentre le principali denominazioni in base alla posizione che leggono sono: tool out (pistone fuori), tool in (utensile inserito), no tool (utensile non presente). Inoltre, ci sono dei sensori elettronici, come gli encoder e i sensori a ruota fonica, i quali servono per rilevare il numero di giri dell’elettromandrino. 

Questo testo è importante, in quanto se uno dei sensori presenti non funziona, la macchina in cui è installato l’elettromandrino va in errore non permettendo di eseguire le lavorazioni. 

3. Verifica della forza di trattenuta dell’utensile

La forza di trattenuta dell’utensile ha la finalità di misurarne la forza. Una volta che questa viene rilevata viene confrontata con quella indicata nel manuale tecnico del motore. Se ci sono delle differenze significa che potrebbe esserci un problema sulle molle del tirante, che dovranno essere sostituite in quanto usurate. 

Misurare la forza di trattenuta dell’utensile di un elettromandrino è molto importante per due motivi. In primo luogo, per la qualità dei pezzi lavorati, in quanto una scarsa forza fa vibrare l’utensile e rende il pezzo non preciso. Il secondo aspetto riguarda, invece, la sicurezza. Una scarsa forza, infatti, potrebbe far sganciare l’utensile provocando danni gravi a cose e, soprattutto, a persone. 

Il nostro ufficio tecnico usa uno strumento di analisi, l’OTT Jakob Powercheck, il quale possiede tutte le diverse misure per poter collegare gli elettromandrini e rilevare così la forza di trattenuta.

Eseguire questi tre test iniziali è molto importante, in quanto permettono di valutare la diagnosi della macchina completamente e individuare quali pezzi o componenti sostituire in fase di revisione.

diagnosi elettromandrino
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